Questo è il giorno dei pezzi forti e dei grandi classici: guidiamo per un lungo tratto della costa sud, dove possiamo vedere spiagge e cascate iconiche. In totale passiamo 4 ore guidando, che in Islanda non è tempo perso ma è il modo ideale per osservare paesaggi sempre diversi. Ma attenzione alle pecore che possono attraversare all’improvviso! Iniziamo la mattinata alla grande, con una delle cascate più famosa: Seljalandsfoss. La sua particolarità è data dal sentiero che passa proprio dietro al salto d’acqua, permettendo di osservare la cascata da una prospettiva diversa e unica. È presente un ampio parcheggio a pagamento (1.000 ISK) molto affollato con bagni gratuiti, un bar, un negozietto di souvenir e numerosi parcheggiatori che vengono a controllare se avete esposto il tagliandino sul parabrezza. Noi abbiamo lasciato il van in un piccolo parcheggio più distante, collegato alla cascata da una stradina asfaltata che si percorre in circa 10 minuti e si trova cercando “Big Puffin” sull’app di navigazione, come potete vedere aprendo la mappa all’inizio dell’articolo. C’è un cartello con scritto che non è possibile parcheggiare lì per andare a vedere la cascata, perché ovviamente cercano di dirottarvi al posteggio a pagamento, ma noi non abbiamo avuto problemi e non ci sono stati controlli. Prima di ripartire abbiamo preparato un caffè sul fornellino da campeggio con la moka portata da casa… le gioie di avere una casetta su ruote.
Arriviamo poi in un luogo molto particolare. Lasciamo l’auto in una valle splendida, circondata da montagne completamente nere e verdi, e ci incamminiamo su una strada sterrata che conduce in una quindicina di minuti a , ovvero una piscina incastonata nel fianco della montagna e riempita di acqua termale calda. Qui gli islandesi imparavano a nuotare, ora è aperta a chiunque gratuitamente. L’acqua non è molto calda ma la definirei tiepida e spesso il fondo è scivoloso perché ricoperto di alghe dato che la vasca viene pulita solo una volta all’anno in primavera. Per questi motivi non tutti (neanche noi) sono molto invogliati a entrare, ma consigliamo di passare lo stesso perché il luogo è favoloso. Non fermatevi alla piscina ma continuate ancora un po’ seguendo il sentiero che sale: dopo pochi minuti si aprirà una vista mozzafiato con rocce laviche spioventi, tanti uccelli e una piccola cascata. Questo è uno degli scorci che ci hanno emozionato di più.
Seljavallalaug
Proseguendo lungo la Ring Road verso est, è possibile fare una deviazione per relitto dell’aereo abbandonato, atterrato decenni fa per emergenza sulla spiaggia nera di Solheimasandur. Non abbiamo voluto perdere due ore di tempo (questo è quanto si impiega a percorrere a piedi iltragitto di circa 7 km tra andata e ritorno dal parcheggio) per fare qualche foto a dei pezzi di un aereo abbandonato, preferendo altre mete. È comunque una meta affascinante soprattutto per gli appassionati di fotografia. Eccoci poi a Skogafoss, che non ha bisogno di presentazioni. Anche in questo caso è possibile lasciare l’auto o il van in un parcheggio gratuito, che è quello più lontano, ma comunque in pochi minuti si arriva ai piedi del salto. La vista è spettacolare e quando ci si avvicina tanto alla cascata, immersi in mille goccioline sospese, ancora di più. Si può anche salire per la lunga scala e vedere il panorama dall’alto, anche se lo spettacolo migliore è dal basso. Questo luogo dev’essere sicuramente bellissimo in tutte le stagioni e in ogni condizione meteo, ma vederlo con il sole e con l’arcobaleno – come fortunatamente è capitato a noi – è davvero un paesaggio da fiaba!
Ci dirigiamo al promontorio di Dyrhólaey, una penisola di origine vulcanica a picco sull’oceano dominata dal suo faro. Sappiamo di essere ripetitivi, ma che altro potremmo dire? Il panorama è mozzafiato, dalla base della scogliera inizia la spiaggia nera infinita di cui veramente non si scorge la fine. E dalla parte opposta vediamo la prossima tappa...
Percorrendo ancora un breve tratto di strada arriviamo alla spiaggia più mortale dell’Islanda: Reynisfjara. Il sole splende, il clima è mite e le onde creano un suono dolce, quindi più che un incubo ci sembra un sogno. Nonostante ciò non diamo mai le spalle all’oceano, controllando i movimenti della corrente. Le colonne di basalto sono spettacolari, sembrano quasi create artificialmente e messe lì apposta per creare grotte o scale.
Ci rimettiamo in macchina per l’ultimo tratto di strada. In due ore arriviamo al campeggio Skaftafell, che si trova proprio alle pendici del ghiacciaio più grande d’Europa. Inutile dire che la vista è mozzafiato, che porta questo camping in cima alla lista di quelli visitati. CONTRO: - non c’è una cucina, - non è presente un’area comune in cui ripararsi se piove o fa freddo. PRO: - i bagni sono grandi e puliti, - la lavatrice e l’asciugatrice sono a disposizione degli ospiti gratuitamente, - prezzo adeguato (4.000 ISK per un van con due persone senza attacco per l'elettricità), - è possibile parcheggiare l’auto o il van senza costi aggiuntivi anche il giorno successivo, per poter visitare le attrazioni della zona.