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Viaggi Sinceri

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Diario di viaggio: Islanda giorno 2

2024-12-28 13:40

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Islanda, Europa, Islanda, On the road,

Diario di viaggio: Islanda giorno 2

Il nostro secondo giorno in Islanda: l'itinerario prevede il Circolo d'Oro, la degustazione del pane geotermico e il fiume caldo. Ci sono luoghi magici, che ci

Partiamo senza indugi per il secondo giorno di viaggio: colazione sostanziosa e subito alla guida, ci aspetta una giornata molto intensa!


Non si può andare in Islanda senza vedere il Circolo d’Oro: Gullfoss, Geysir e Thingvellir. Certo, sono luoghi molto turistici e, anche se non si ama stare in mezzo alla folla, vale comunque la pena visitarli. La loro fama è assolutamente meritata.


Partiamo da Gullfoss, a pochi minuti di distanza dal campeggio. Lasciamo il van al parcheggio gratuito e in pochissimi minuti raggiungiamo la prima del lungo elenco di cascate che vedremo in questo viaggio. Pioviggina, le nuvole circondano l’acqua e ci rendiamo conto di essere davvero in un luogo incantato.


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Successivamente andiamo a vedere i famosissimi geyser, simbolo dell’Islanda. Tutta l’area è caratterizzata da una intensa attività geotermica: ci sono pozze d’acqua bollente, laghetti colorati, fumi di vapore dall’odore di zolfo. E poi c’è Strokkur ovvero il geyser attivo che erutta ogni pochi minuti, mentre Geysir – il geyser più antico – al momento è inattivo a causa di un crollo di rocce nel condotto. Sin da bambini abbiamo sognato di vedere questo getto d’acqua gigantesco che esce da una spaccatura della terra… e finalmente eccoci qui.


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Arriviamo in tarda mattinata al parco nazionale di Thingvellir. Posteggiamo al parcheggio “Oxarafoss P3 Trailhead” che è gratuito e da cui inizia il percorso che porta fino al lago. Il primo tratto di sentiero attraversa la spaccatura tra le placche tettoniche, poi si percorrere una piccola deviazione che conduce alla suggestiva cascata di Oxarafoss e si ritorna sulla passerella di legno che porta verso sud.   


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Dopo una mezzoretta di passeggiata ammirando il paesaggio così particolare e colorato dai toni autunnali, si raggiunge la chiesetta di Thingvellir e si arriva alla fossa di Silfra dall’acqua cristallina. È possibile fare snorkeling tra le placche, ma noi abbiamo preferito evitarlo e dedicarci ad altre attività. Siamo rimasti per un po’ a bere tè caldo (portate un thermos!!!) e a mangiare qualche biscotto in riva al lago, poi siamo ritornati al van percorrendo a ritroso il percorso dell’andata.




All’ora di pranzo, incalzati da un vento gelido, arriviamo al Lago Laugarvatn accanto a cui è presente una Spa che offre anche un servizio molto particolare: la possibilità di gustare il pane geotermico. Accanto al lago si trova una sorgente di acqua termale, che va a scaldare tramite correnti sotterranee la sabbia della piccola spiaggia. Come veniva fatto nell’antichità, un impasto di farina, zucchero e latte viene posizionato in un contenitore di metallo ermetico che a sua volta viene sotterrato. Le correnti di acqua bollente fungono da “forno” e, dopo un giorno intero, è possibile dissotterrare la pentola sperando che il pane sia cotto a puntino, infatti c’è sempre il rischio che una variazione della temperatura o del flusso di acqua termale causi una cottura insufficiente o eccessiva dell’impasto. Il contenitore viene immerso nell’acqua del lago, fredda, per fermare la cottura… e arriva il momento di aprire! A noi è andata benissimo: il pane era caldo e gustoso, accompagnato da burro islandese e da trota affumicata pescata proprio in quel lago. È stata un’esperienza molto particolare che consigliamo tantissimo (trovate il link per prenotare qui). Il costo non è contenuto soprattutto vista la breve durata, ma dopotutto siamo in Islanda dove i prezzi sono generalmente alti, quindi consigliamo lo stesso di provare questa attività che non si trova da nessun'altra parte e, eventualmente, risparmiare su altro.




Durante la degustazione, il ragazzo ci ha spiegato che gli islandesi si ritrovano sulle rive del lago per fare uno spuntino molto particolare. Noi, per pura coincidenza, avevamo l’occorrente quindi abbiamo approfittato per provare anche questo. Momi ha scavato una fossa nella sabbia nera, permettendo all’acqua bollente di raccogliersi all’interno. Abbiamo recuperato delle uova e le abbiamo lasciate a mollo per un quarto d’ora, fino a che sono diventate sode. E quindi eccoci sulle rive di un laghetto islandese, scaldati dal vapore che fuoriesce dalla sabbia nera, a pranzare con pane nordico e uova cotte grazie al calore geotermico.





Ne abbiamo abbastanza per oggi? Assolutamente no.


C’è un ultimo posto che vogliamo vedere: la sorgente termale di Reykjadalur, conosciuta anche come il fiume caldo. Consigliamo di lasciare l’auto davanti al Reykjadalur Cafè dove c’è un parcheggio a pagamento tramite app, ma se siete fortunati come noi (siamo arrivati nel tardo pomeriggio quindi con poca gente) potreste trovare un posteggio libero prima della sbarra a lato strada o a un centinaio di metri prima in una piazzola di sosta.


Lasciato il van, abbiamo iniziato a salire e salire e salire… non avevamo idea di quanto tempo ci volesse dal parcheggio all’area termale, quindi siamo partiti con i migliori propositi fino a che, dopo un’ora di camminata dispersi tra le nuvole e la pioggia senza riuscire nemmeno a scorgere il sentiero, un signore inglese ci ha avvertito che mancavano ancora ALMENO 20 minuti. Eravamo stravolti, nonostante la passione per il trekking, a causa della giornata impegnativa trascorsa e del clima non troppo favorevole, però abbiamo tenuto botta e devo dire che ne è valsa assolutamente la pena.



Dopo aver percorso circa 3,5 km (solo andata) in poco meno di un’ora e mezza, sudati e raffreddati allo stesso tempo, ci siamo buttati nel fiume caldo in un’ansa tutta per noi. La stanchezza è andata via in un attimo. Sembrava di essere in un paesaggio fatato, con le mezzelune di sassi nel corso del fiume per creare le pozze, il vapore che saliva dall'acqua, la sensazione delle rocce calde sotto i piedi. Pensiamo che sia uno dei luoghi più belli dell’isola! Uscire dall’acqua passando da 40 a 8 gradi con tanto di vento non è stato molto piacevole, ma fa anche questo parte dell’esperienza. Ne ridiamo a posteriori, insomma. 


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Finalmente torniamo al van e siamo pronti per passare una notte in campeggio, peccato che quello più vicino fosse tutto occupato quindi siamo stati dirottati al camping Selfoss, che noi consigliamo:



  • 2.000 ISK a persona,
  • zona al coperto con tavoli, sedie, fornelli e tutto l’occorrente per cucinare e lavare i piatti,
  • docce calde incluse,
  • ampia area campeggio quindi c’è sempre posto.



Stravolti ma felici, concludiamo questa splendida giornata.


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