Dedichiamo l’ultima giornata on the road all’esplorazione della . Ci svegliamo al campeggio di , abbastanza piccolo ma molto confortevole: ci sono una bella cucina in condivisione, bagni con acqua calda gratuita e un tavolo da picnic con panche al coperto. Il costo è di 3500 ISK per due persone con un van e si paga direttamente al proprietario che passa due o tre volte al giorno. È un posto veramente bellissimo, che ci ha permesso di preparare una cenetta calda con vista sull’oceano.
penisola di Snæfellsnes
Ólafsvík
Partiamo dall’attrazione più conosciuta e la montagna più fotografata d'Islanda: il , l’ingresso per il centro della Terra secondo il famoso romanzo di Jules Verne. Consigliamo di fermarsi al Kirkjufell viewpoint, un piccolo parcheggio sterrato al lata della strada da cui c’è la visuale migliore. Dopo alcune centinaia di metri c’è il sentiero che porta alle cascate, a nostro avviso molto famose per essere fotografate con la montagna sullo sfondo ma poco d’impatto viste dal vivo.
monte Kirkjufell
Per questo motivo abbiamo optato per un’altra cascata ovvero , alta e rumorosa, incastonata in un paesaggio bucolico fatto di prati, versanti scoscesi e rocce levigate dal fiume.
Grundarfoss
Cambiamo totalmente panorama poiché raggiungiamo la . Anche se per i nostri standard la sabbia chiara è l’abitudine, in Islanda è l’eccezione. Dopo una serie di meravigliose spiagge nere, ci troviamo in una baia di sabbia dorata in netto contrasto con le scogliere di roccia lavica e il blu intenso delle onde. Un luogo magico.
spiaggia di Skarðsvík
Dalla spiaggia in poi la strada diventa sterrata e dissestata, consiglierei di percorrerla con un 4x4 ma anche il nostro Doblò ce l’ha fatta. Ovviamente grazie al guidatore esperto che superava buche e dossi con serenità, mentre io ero attaccata alla maniglia e speravo di che non si bucasse una gomma lasciandoci in mezzo al nulla. Ad ogni modo, siamo riusciti a raggiungere un altro luogo incantato: le scogliere e il panorama attorno al . Arancione e squadrato, spicca nel panorama piatto e brullo.
faro di Svörtuloft
Torniamo poi sulla strada asfaltata fino a raggiungere . Come dice il nome si tratta del cratere di un vulcano inattivo che è raggiungibile tramite una scalinata di metallo. La sosta è breve ma la possibilità di camminare all’interno di un cratere è un’esperienza unica!
Saxhóll Crater
Ci fermiamo per un veloce spuntino con vista sulle spettacolari .
scogliere di Lóndrangar
Dedichiamo poi un po’ di tempo alla visita di Arnarstapi, un villaggio di pescatori custodito dal suo guardiano di rocce. Il paesaggio circostante è caratterizzato dalla costa frastagliata con isolotti che sembrano tartarughe giganti e colonne di basalto, da casette con il tetto di erba (inclusa una pizzeria!) e da un arco di pietra mozzafiato. Una piccola deviazione ci porta alla conosciutissima chiesetta nera, Búðakirkja, isolata e circondata da lande quasi disabitate e silenzio. Da qualche parte in mezzo alla penisola troviamo un boschetto di conifere. Facciamo una passeggiata tra gli alberi – cosa rara in quest’isola – e decidiamo di fermarci per un pranzetto caldo e un caffè con la moka accanto al nostro super van. La libertà che dà avere una mini casa su ruote non ha paragoni! Concludiamo la giornata con qualche ora di guida fino a raggiungere l’ultimo campeggio del viaggio, Mosskogar Camping. Il costo è di 2000 ISK a persona, si paga solo in contanti ma accettano anche euro. Ci sono docce calde incluse, bagni puliti e una cucina coperta in una serra (molto suggestivo!). Ci sono bombolette del gas e molto cibo a disposizione perché spesso è l’ultima tappa per molti viaggiatori e turisti che lasciano i beni avanzati per chi invece inizia o prosegue il proprio itinerario. Un consiglio in più…
L’abbiamo scoperta solo al rientro a casa, ma una sosta in più tra la chiesetta nera e il campeggio potrebbe essere la spiaggia di Ytri Tunga dove è possibile avvistare le foche.